Tutto quello che dovete sapere su un obiettivo fotografico
Un obiettivo fotografico è un dispositivo ottico, applicabile a diverse tipologie di attrezzature, che permette di convogliare la luce sulla pellicola o sul sensore della nostra fotocamera per permetterci di catturare l’immagine. E’ composto da una o più lenti, disposte internamente in diversi gruppi secondo regole e proporzioni dettate dalle leggi dell’ottica. L’evoluzione della tecnologia ha permesso di migliorare la qualità delle lenti e dotare gli obiettivi di nuove utili funzionalità.
In commercio troviamo tantissimi obiettivi che si differenziano non solo per la marca ed il prezzo, ma anche per una serie di attributi tecnici e qualitativi. Prima di procedere ad acquistare nuove attrezzature per il nostro corredo è importante capire le caratteristiche tecniche, le tipologie di obiettivi e in quale contesto ognuna di queste è più utile.
Caratteristiche tecniche di un obiettivo fotografico
Di seguito vi proponiamo un approfondimento sull’hardware delle ottiche concentrandoci sulle caratteristiche tecniche da controllare quando si valuta un acquisto:
LENTI
Sono le componenti principali di ogni obiettivo, presenti in numero variabile all’interno di esso. Sono realizzate in vetri ottici di alta qualità che, grazie alle leggi della fisica ottica, permettono di catturare sul sensore la luce proveniente da una porzione variabile dello spazio.
La morfologia e la posizione delle lenti consentono di focalizzare l’ottica (mettere a fuoco) e determinano la lunghezza focale. Lo schema ottico dell’obiettivo viene studiato per ridurre le dimensioni e contenere le distorsioni. La qualità delle lenti e i materiali di cui sono costituite incidono fortemente sula qualità dell’immagine catturata e sulla presenza di distorsioni e aberrazioni.
LUNGHEZZA FOCALE
La lunghezza focale è definita come la distanza tra il centro ottico dell’obiettivo e il piano dell’elemento sensibile, ossia del piano dove risiede la pellicola o il sensore e dove convoglia l’immagine focalizzata; viene misurata in millimetri. Andando a semplificare lo schema ottico dell’obiettivo e considerandolo come una singola lente, la lunghezza focale è la distanza che intercorre tra la lente e il sensore.
Caratteristica fondamentale è la relazione con l’angolo di campo, ossia l’angolo che definisce la porzione di spazio inquadrata dal nostro sistema ottico tramite un’obiettivo di una determinata lunghezza focale: lunghezze focali più basse corrispondono a maggiori angoli di campo quindi a inquadrature più ampie, lunghezze focali maggiori corrispondono ad angoli di campo minori e inquadrature più strette; andremo poi a distinguere le varie tipologie di obiettivi in base a queste caratteristiche.
DIAFRAMMA
Meccanismo che, tramite un sistema di lamelle regolanti un foro d’ingresso, regola la quantità di luce che attraversa l’obiettivo e che andrà poi ad incidere sul sensore. Per una trattazione più approfondita sul diaframma, e sulle conseguenze dell’impostazione di valori diversi, rimandiamo ad un articolo specifico Apertura del diaframma.
MESSA A FUOCO
Le componenti del meccanismo di messa a fuoco risiedono sia nel corpo macchina che nell’obiettivo: nel corpo macchina generalmente troviamo il “cervello” che controlla l’operazione nonchè i vari punti/zone preposte a questa fase, disposti vicino o sul sensore; all’interno dell’obiettivo troviamo invece il motore di messa a fuoco che muove le lenti e permette di focalizzare l’ottica. Vi sono diversi tipi di motore di messa a fuoco: alcuni più veloci e silenziosi, altri più lenti e rumorosi; la qualità del motore di messa a fuoco incide chiaramente sulla qualità dell’ottica e sul suo prezzo.
Per esempio negli obiettivi Canon abbiamo 3 tipologie di messa a fuoco: Standard, STM e USM, diverse tipologie di motore di messa a fuoco presenti con nomenclature proprie anche in altre marche. Caratteristica apprezzabile è anche quella del Full Time Manual Focus, la possibilità di intervenire con modifiche manuali alla messa a fuoco senza dover disattivare il motore dell’ottica.
TIRAGGIO
Caratteristica propria dei sistemi ad ottiche intercambiabili: rappresenta la distanza tra il piano dell’elemento sensibile e l’innesto dell’obiettivo. Questa caratteristica è data solamente dallo specifico sistema ottico adottato dai diversi produttori fotografici e, oltre all’eventuale comunicazione tra corpo macchina e obiettivo nei sistemi digitali, è la motivazione per cui non è possibile utilizzare obiettivi con innesti specifici per un marchio su corpi di un altro marchio (a meno di eventuali adattatori che, solitamente, fanno perdere gli automatismi).
Esempio la differenza Ef e Ef-s di Canon, i primi sono obiettivi per fotocamere Full Frame, i secondi per le sorelle minori APSC. La differenza di tiraggio permette di utilizzare gli Ef anche sulle APSC ma non vale il contrario, la quasi totalità degli Ef-s non possono essere montati sulle full frame, e in caso fosse possibile tramite modifiche o escamotage, si andrebbe a compromettere la qualità dell’immagine e si potrebbe danneggiare il sistema dello specchio della fotocamera.
La stessa Canon, una volta lanciato il nuovo sistema mirrorless R ha diffuso e incluso in alcuni bundle kit un adattatore per rendere compatibili le ottiche EF con il nuovo tiraggio RF.
DIAMETRO DELL’OTTICA
Sulla corona dell’obiettivo troveremo un dato in millimetri che ci comunica il diametro della bocca della lente, questo è utile per sapere quali accessori: paraluce, filtri, flash anulari, sono direttamente compatibili con l’ottica senza il bisogno di adattatori. La misura del diametro è diretta conseguenza della lunghezza focale massima dell’obiettivo, della sua massima apertura del diaframma e delle scelte costruttive della casa produttrice. I valori del diametro delle ottiche più comuni sono: 58mm, 72mm, 77mm, 82mm.
Tipologie di obiettivi
Ottica Fissa
Possiamo operare una grande distinzione tra due tipologie di obiettivi, senza ancora scendere nella classificazione data dalla lunghezza focale che vedremo a breve: si tratta di differenziare tra ottiche fisse e tra ottiche zoom. La prima categoria, storicamente la prima nonché l’unica disponibile per molto tempo, incorpora quelle ottiche che hanno una lunghezza focale fissa (a prescindere da quale essa sia) e quindi inquadrano sempre lo stesso angolo di campo; al contrario, le ottiche zoom, che constano di obiettivi aventi un range di lunghezze focali a disposizione, possono variare inquadratura senza spostare fisicamente il punto di ripresa o cambiare ottica.
Le ottiche fisse sono generalmente composte da schemi ottici più semplici e sono vincolate da meno compromessi costruttivi: ciò le porta ad avere maggiore apertura massima del diaframma e qualità ottica tipicamente più alta anche in obiettivi di fascia medio-bassa. Di contro, i fissi hanno minore versatilità e costringono il fotografo a spostamenti fisici per raggiungere l’inquadratura desiderata; questa apparente limitazione però è un espediente didattico e creativo molto valido, tanto che, unitamente ai pregi qualitativi, questa tipologia di ottiche è tuttora l’unica scelta di moltissimi fotografi.
Obiettivo zoom
L’obiettivo zoom permette di lavorare a più lunghezze focali grazie a gruppi ottici più complessi che modificano l’assetto delle lenti. Il lato positivo di un obiettivo di questo tipo è sicuramente la versatilità, per esempio, possiamo passare dal fotografare un paesaggio ad una lunghezza focale adatta per un ritratto; di contro però, i compromessi costruttivi per tali ottiche li rendono generalmente meno “veloci” (ossia con aperture massime non molto luminose) rispetto ai fissi e otticamente meno definiti, a meno di non arrivare a categorie di obiettivi estremamente performanti e costosi. Possiamo trovare zoom in tutte le categorie di obiettivi: zoom standard come il classico 18-55, compreso nel kit delle nostre fotocamere, zoom grandangolari, teleobiettivi zoom etc…
Le ottiche zoom (specialmente quelle integrate sulle fotocamere a obiettivi non intercambiabili) sono spesso accompagnate da un moltiplicatore (es. 3x): questo numero ci indica il rapporto tra la focale massima e la focale minima di tale zoom, ma non è un fattore comparativo universale, tanto meno indicherà l’ingrandimento massimo ottenibile da tale ottica.
Prendendo ad esempio due ottiche ipotetiche, es. uno zoom 25-75mm e uno 50-150mm, il moltiplicatore sarà per entrambe 3x (rapporto tra focale minima e massima di ciascuno zoom), ma gli angoli di campo inquadrabili saranno nettamente diversi.
Obiettivi classici
Andremo ora a differenziare tra le varie categorie di obiettivi presenti sul mercato, distinguendo in base alla lunghezza focale (e quindi all’angolo di campo) propria di ciascuna categoria. Lo standard di riferimento è il 35mm (detto anche 135) proprio delle reflex analogiche più diffuse e analogo alle moderne reflex/mirrorless full-frame; per fotocamere a formato ridotto (APS-C, Micro Four Thirds ecc) andrà applicato il cosiddetto fattore di crop specifico per tale formato, per ottenere l’angolo di campo equivalente inquadrato dalle ottiche su quel sistema.
NORMALE
Ottiche che inquadrano un angolo di campo analogo a quello inquadrato dall’occhio umano (non considerando la visione periferica): portando la fotocamera all’occhio, attraverso l’obiettivo vedremo praticamente la stessa scena che abbiamo davanti ad occhio nudo. Tali obiettivi hanno costituito per anni il primo (e a volte anche l’unico) corredo dei fotografi e ancora oggi sono una delle scelte principali. La lunghezza focale di questa categoria è all’incirca 35-50mm (valori tipici per due tra i fissi più diffusi tuttora); alcune stime danno il valore per l’occhio umano vicino ai 40-42mm.
ZOOM TUTTO FARE
Obiettivi zoom come lo standard 18-55 che incorporano lunghezze focali adatte ad un paesaggio e ad un ritratto. Sono molto comodi poichè permettono di effettuare più tipologie di scatti senza cambiare obiettivi, non si perde tempo e l’equipaggiamento da portare è di minore ingombro e peso. Sono molto utili per foto di viaggio o quando non si ha molto tempo o possibilità di cambiare ottica. A scapito di quel che si possa pensare, a fianco a sistemi di qualità base come il 18-135, 18-200, esistono obiettivi zoom tuttofare di ottima qualità per sistemi apsc e full frame come il Canon 17-55 e il Canon 24-70.
GRANDANGOLO
Obiettivo fotografico con lunghezza focale bassa: 8mm – 24mm. Permette di catturare un’ampio angolo di campo, ovvero consente di abbracciare una scena più ampia rispetto agli obiettivi normali e al nostro campo visivo. Adatto per paesaggi e per situazioni in cui il fotografo ha necessità di riprendere ad esempio una vasta scena o molti elementi in essa, oppure per accentuarne le caratteristiche spaziali facendola apparire più grande.
TELEOBIETTIVO
Lunghezza focale che va dai 75 ai 200mm dei teleobiettivi più diffusi, fino ad arrivare e a superare anche i 1000mm. Cattura un ristretto angolo di campo, permettendo ad esempio di riprendere soggetti molto lontani (in base alla focale scelta). Tende ad avere una buona separazione del soggetto dallo sfondo, grazie anche alla limitata profondità di campo data da focali elevate e diaframma aperto. Viene utilizzato in fotografia sportiva, naturalistica e per i ritratti.
Si dice che queste ottiche presentino l’effetto di “compressione dei piani“, ovvero rendono bidimensionalmente le distanze tra i vari oggetti inquadrati meno evidenti, “schiacciandoli” l’uno verso l’altro; in realtà l’effetto è dato dalla distanza tra il soggetto, il punto di ripresa e lo sfondo (inquadrato in piccola misura visto il ridotto angolo di campo) e non è una proprietà intrinseca dell’ottica.
Obiettivi fotografici di tipo specializzato
TILT-SHIFT
Obiettivo fotografico molto particolare, che viene utilizzato soprattutto in architettura per correggere le distorsioni ottiche fisiologiche dei normali obiettivi. La struttura dell’obiettivo fotografico Tilt-Shift permette di basculare parte dell’ottica spostando il piano focale per correggere le fughe prospettiche (Shift), tipiche ad esempio di un alto edificio fotografato dal basso, o di inclinare una sezione del barilotto e focheggiare su un piano non parallelo al sensore (Tilt). Tali movimenti sono gli stessi che possiamo ritrovare in un banco ottico a grande formato.
Omonimo a questo obiettivo è l’effetto che, mettendo a fuoco un piano incidente con quello del sensore, lascia alcune parti dell’immagine fuori fuoco; il risultato è un’immagine simile a un diorama in miniatura. L’effetto può essere replicato otticamente anche senza lenti specializzate, oppure digitalmente via software (anche se in maniera non perfetta).
MACRO
Le ottiche definite Macro sono quelle che permettono un rapporto di riproduzione minimo di 1:1, ovvero un millimetro nella realtà corrisponde a un millimetro sul sensore; sono ottiche specializzate nel riprodurre dettagli molto piccoli e sono caratterizzate da un’elevata nitidezza e da una distanza minima di messa a fuoco molto bassa.
Se volete cimentarvi nella fotografia macro senza un’ottica dedicata potreste acquistare degli economici tubi di prolunga, o utilizzare altri metodi come ad esempio l’inversione dell’ottica.
Attenzione alla scritta MACRO su ottiche non dedicate alla macrofotografia: potreste erroneamente pensare di ottenere dei risultati simili da questi obiettivi, ma spesso tale dicitura indica semplicemente una ridotta distanza minima di messa a fuoco. Fate attenzione però al moltiplicatore che spesso si trova dopo tale dicitura (o sulle caratteristiche tecniche) che deve essere almeno di 1x per un effetto apprezzabile.
Caratteristiche aggiuntive ed accessori
STABILIZZAZIONE
Lo stabilizzatore è un dispositivo presente all’interno del barilotto che permette di compensare, entro certi limiti, i movimenti della fotocamera al momento dello scatto. Permette di ridurre o eliminare il micro mosso e scattare con un tempo di esposizione più lungo mantenendo una buona nitidezza. Tali meccanismi prendono nomi diversi (es. IS, VR, VC) in base alla casa produttrice dell’ottica.
NB. Attenzione: la stabilizzazione riduce e/o nullifica il movimento del fotografo, non quello del soggetto! Scattando quindi con tempi bassi, anche con lo stabilizzatore attivo, dovremo comunque tenere in considerazione un eventuale motion blur in caso di soggetto in movimento.
Alcune nuove fotocamere mirrorless come le Sony e le Canon R5 e R6, includono un sistema di stabilizzazione a 5 assi direttamente nel corpo macchina, precisamente sul sensore e non più sull’obiettivo, consentendo di stabilizzare ottiche sprovviste di stabilizzazione interna.
PARALUCE
E’ un accessorio che viene dato in dotazione con l’obiettivo fotografico o deve essere acquistato separatamente. Viene applicato sulla parte anteriore della lente, innestandosi al barilotto. La sua funzionalità è quella di deviare raggi di luce diretti sulla lente che possono provocare flare e rovinare i nostri scatti, attenuando il contrasto e sbiadendo i colori. Assolve alla stessa funzione a cui assolvono le vostre mani quando, nelle giornate di forte luce, le usate per proteggere gli occhi. Hanno forme e diametro diversi a seconda della tipologia di obiettivo su cui vengono montati. I più costosi presentano un rivestimento interno di feltro (o stoffa) per migliorarne il funzionamento, riducendo i riflessi interni del materiale plastico.
FILTRI
Possiamo apporre dei filtri sopra la lente frontale dell’obiettivo, ne esistono di vario tipo; filtri ND e GND, filtri UV e filtri polarizzatori. Ognuno di questi produce delle particolari modifiche sulla quantità o qualità della luce che incide sul sensore della nostra fotocamera. E’ possibile catalogare i filtri non solo per la modifica che apportano alla luce ma anche per la modalità con cui essi vengono agganciati all’ottica: filtri a vite o filtri a lastra, ultimamente si sono diffusi anche filtri da agganciare alla lente posteriore dell’obiettivo. Per acquistare il filtro corretto è indispensabile conoscere il diametro del nostro obiettivo e scegliere il filtro della dimensione corretta.
Come scegliere un obiettivo
Quando vi troverete a dovere, o volere, acquistare una nuova lente per la vostra fotocamera la prima domanda che dovrete farvi è “per quale tipologia di foto lo utilizzerò?”: paesaggi, ritratti, still life, macro. E’ importante non solo per decidere la lunghezza focale, ma anche tutte le altre caratteristiche che abbiamo visto nella prima parte del nostro articolo. Per esempio, se vi piace scattare foto a feste, concerti o in tutte quelle situazioni in cui la luce è scarsa, dovreste equipaggiarvi con un’ottica con un’ampia apertura del diaframma, per paesaggi notturni assicuratevi di avere un obiettivo con un ottimo sistema di messa a fuoco e la scala della distanza di messa a fuoco sul barilotto.
Nell’attesa di capire la vostra tipologia di foto preferita potreste optare per un obiettivo zoom tutto fare da utilizzare in più momenti e affiancarlo ad un’ottica fissa come un 50mm o un 24mm, che hanno aperture del diaframma molto ampie e costringono il fotografo a muoversi per ottenere la giusta inquadratura: una palestra per l’occhio e le gambe.
Canon 50mm 1.8 STM Nikon 50mm 1.8G
Conclusioni
Sul mercato si possono trovare tantissime tipologie di obiettivi di differenti marche a prezzi molto variegati. Ognuno di essi ha le proprie peculiarità, i propri pregi e difetti. Prima di investire denaro nell’acquisto di una nuova lente vi consigliamo di testare la vostra fotocamera e capire quale è la tipologia di fotografia che prediligete. Tutto questo per indirizzarvi su un’ottica che possa effettivamente servire al vostro scopo ed evitare la sindrome da acquisto compulsivo cui troppo spesso andiamo incontro.
3 Commenti
Grazie, questo articolo l’ho trovato molto chiaro ed interessante per una persona come me che si sta approcciando alla materia.
[…] obiettivo per macchina foto compatta a obiettivo fisso è integrato nel corpo della fotocamera. Non puoi rimuoverlo o […]
Grazie, l’ articolo è stato molto istruttivo e mi ha chiarito tante cose.