HDR cos’è e come utilizzarlo per ampliare la gamma dinamica
La tecnica HDR permette di ampliare la gamma dinamica delle nostre fotocamere e dei nostri smartphone, andando ad effettuare scatti multipli. Questi scatti, di numero variabile (spesso dai 3 ai 5) e caratterizzati da esposizioni diverse, verranno poi fusi insieme, automaticamente o manualmente, per produrre un’unica foto con maggior dettaglio delle luci e delle zone in ombra.
Cos’è l’HDR?
High Dynamic Range
Traducendo dall’inglese diventa “Ampia Gamma Dinamica“.
La gamma dinamica è la sensibilità del sensore del nostro apparato fotografico a cogliere contemporaneamente dettagli delle luci e delle ombre, registrando informazioni leggibili e manipolabili. L’occhio umano ha una vastissima gamma dinamica a differenza dei sensori commerciali a nostra disposizione, che non riescono a cogliere allo stesso modo le differenze di luminosità di una scena, specialmente in situazioni di contrasto elevato (ad esempio un controluce).
A cosa serve l’HDR? Questa modalità si propone di rendere artificialmente più ampia la gamma dinamica, comprimendo la gamma dinamica di più scatti in un solo scatto e permettendo alla foto di cogliere più dettagli dalle zone di alte luci e di ombre.
Tecnologia
Lo stratagemma adottato è quello di effettuare più scatti (in generale, minimo 3) in rapida sequenza modificando il livello di esposizione complessivo della scena.
- FOTO numero 1: scattata con un’esposizione tale da avere l’intero quadro correttamente esposto, secondo l’esposimetro della fotocamera o la nostra valutazione personale.
- FOTO numero 2: scattata con un’esposizione più bassa di un fattore che può andare da -1/3 di STOP a -2 EV, questo per avere un’esposizione corretta per le luci.
- FOTO numero 3: scattata con un’esposizione più alta dello stesso fattore delle luci per avere le ombre correttamente esposte senza perdere dettaglio nei neri.
Se con tale sequenza l’esito è ancora quello di ottenere bruciature sulle alte luci nello scatto numero 2, provate a ripetere la sequenza esponendo diversamente il primo scatto e usandolo come riferimento. Per ottenere maggiori informazioni su tutto il range ombre-luci possiamo aumentare il numero di scatti effettuati o l’intervallo EV utilizzato, ampliandolo ove possibile.
La variazione di esposizione, nel caso in cui si usi la funzione nativa di bracketing del dispositivo, viene ottenuta dalla fotocamera variando il valore del tempo di esposizione in modo da mantenere costanti l’apertura del diaframma per non alterare la profondità di campo, l’ISO per mantenere lo stesso rumore digitale e la messa a fuoco. La fusione dei 3 scatti (da effettuarsi o sul dispositivo o, qualora non lo consentisse, in postproduzione) permette di avere una foto con maggiore dettaglio delle ombre e delle luci.
Vi proponiamo un esempio in cui, esponendo per le luci (il cielo) nella zona sottostante, avremmo perso dettagli; esponendo per le ombre, invece, non ci sarebbe stato alcun dettaglio sul cielo, rasentando la perdita assoluta di dato in situazione di “bruciatura”.
Per valutare se ricorrere allo scatto multiplo possiamo scattare in live view e visualizzare l’istogramma RGB della foto. Se nessuno dei 3 canali R,G,B presenta un “clipping” a sinistra o destra (informazioni sugli estremi delle ombre e delle luci) possiamo evitare l’HDR, se invece, anche compensando l’esposizione, esiste almeno un canale che tocca l’estremo dell’istogramma possiamo evitare bruciature o neri assoluti ricorrendo a scatti multipli.
Nelle fotocamere più recenti la funzione è selezionabile direttamente dai menù delle impostazioni, il processore del dispositivo scatta in sequenza le foto e autonomamente le fonde, generando lo scatto finale HDR. Spesso la fusione è possibile solamente scattando in jpeg, impostando lo scatto in raw si potranno solo gestire gli scatti del bracketing. Per i modelli che non hanno questa modalità possiamo realizzare gli scatti da fondere attraverso il “bracketing dell’esposizione“: verranno scattate 3 foto con compensazioni di esposizione impostabili manualmente. La fotocamera non effettuerà direttamente la sovrapposizione: le foto risultanti dovranno essere fuse manualmente tramite software.
Quale software utilizzare per produrre e elaborare hdr
Software per computer
Il software Lightroom di Adobe ha una funzione che permette, selezionando 3 foto con esposizioni adatte, di generare un HDR. Il programma provvederà a gestire autonomamente molte correzioni e il deghosting, ossia la rimozione degli effetti fantasma dati dalla sovrapposizione degli scatti, spesso presenti in caso di elementi in movimento tra uno scatto e l’altro. Per avviare l’elaborazione dovremo solamente selezionare 3 o più foto dal nostro catalogo e cliccando con il tasto destro del mouse spostarci nel sottomenu “Unione foto”; da lì sarà sufficiente premere su HDR e attendere il completamento del processo di unione. Nella schermata che si aprirà campeggerà l’anteprima dell’HDR prodotto automaticamente dal software e sulla destra avremo una serie di opzioni modificabili:
Allineamento automatico: Lightroom opererà un allineamento delle foto in modo da compensare eventuali leggeri movimento della mano del fotografo in fase di scatto. (consigliamo l’attivazione)
Tono automatico: il software in autonomia andrà a regolare ombre e luci della foto per aumentare la gamma dinamica. (consigliamo la disattivazione)
Livello di rimozione effetti fantasma: ci permette di regolare l’intensità con cui Lightroom eliminerà eventuali effetti “ghost” dovuti a movimenti del soggetto (causati ad esempio dal vento che muove le fronde degli alberi). Più il fattore sarà alto e più il programma eliminerà questi artefatti, con il pericolo di creare effetti surreali e aggravare la situazione. (consigliamo un fattore medio)
Una volta soddisfatti della sovrapposizione degli scatti, dovremo solamente cliccare su “Unisci”; il file derivante sarà di tipo .tiff, alla fine del nome comparirà “-HDR” e avremo una maggiore malleabilità in postproduzione.
Dalla versione 7.0 Lightroom aggiunge nuove funzionalità per gestire i file HDR creati tramite il comando “unisci”.
- Un pulsante HDR nel pannello Modifica per attivare l’elaborazione della foto HDR (High Dynamic Range).
- Aprite e salvate le foto in formato AVIF o JPEG XL.
- Aprite altri formati HDR quali file HEIF a 10 bit (estensione del nome file .HIF) dalle recenti fotocamere Canon, Nikon e Sony
Una volta aperta un’immagine HDR possiamo attivare lo sviluppo HDR tramite il relativo pulsante vicino all’opzione per passare in B&N.
Attivare lo sviluppo HDR ci permette di sfruttare tutte le informazioni contenute nel file ad alta gamma dinamica e di visualizzarle correttamente su schermi compatibili con gli standard HDR.
Possiamo facilmente capire se l’immagine caricata ha informazioni non visualizzabili in modalità SDR analizzando l’istogramma della foto.
Questo particolare istogramma è diviso in due zone, a sinistra descrive la scena visibile in un sistema SDR, a destra della linea verticale bianca include tutte le informazioni visualizzabili solo tramite un sistema HDR (sviluppo software e schermo compatibile). Se nell’area di destra l’istogramma è visibile e quindi sono presenti informazioni HDR è opportuno, per massimizzare l’efficacia della foto includere uno sviluppo HDR con hardware compatibile.
Se desiderate più funzioni, più controllo sull’HDR e sui toni della foto vi consigliamo di provare Photomatix, software completo e disponibile in versione prova senza limitazioni di funzioni o tempo, al costo della sovrapposizione di un watermark “Photomatix” sull’immagine.
App per Smartphone
Negli smartphone questa funzione può essere attivata e disattivata direttamente dall’app fotocamera. La maggior parte delle fotocamere sui dispositivi mobili contiene questo tipo di funzione; in caso così non fosse, potrete provvedere a scaricarne un’altra.
Negli smartphone di ultima generazione, le nuova applicazioni di intelligenza artificiale fanno sì che sia l’app fotocamera stessa a decidere in autonomia se applicare o meno la logica HDR, il pulsante di attivazione o disattivazione di questa funzione non è più direttamente accessibile dall’UI di scatto ma andando a modificare le impostazioni dell’app.
Consigli per un migliore HDR
In caso voleste produrre un HDR senza affidarvi agli automatismi della vostra fotocamera vi lasciamo alcuni consigli per ottenere un HDR corretto e realistico. Ottenere buone foto direttamente in fase di scatto semplifica il lavoro di post produzione e possiamo ottenere prodotti finali sicuramente migliori:
- Fondamentale mantenere la fotocamera immobile mentre avvengono i 3 scatti in modo da prevenire disallineamenti dati dal movimento della mano del fotografo. Come abbiamo visto, tutti i software contengono una funzione che elimina o diminuisce eventuali artefatti e prova ad allineare automaticamente gli scatti, ma chiaramente l’effetto non viene totalmente compensato in caso di movimenti ampi e ripetuti, prestate molta attenzione alla fase di scatto.
- La differenza di esposizione per i due scatti (sovraesposto e sottoesposto) è modulabile a seconda della scena e non è un fattore da considerare fisso, nel menu Bracketing è fondamentale impostare +/- EV tali da non bruciare le luci in nessuno scatto e evitare neri assoluti nelle ombre.
- Su Lightroom e Camera Raw, se volete mantenere il controllo totale sulla post produzione della foto, deselezionate l’opzione “Tono Automatico“, in questo modo il software non applicherà regolazioni automatiche sull’immagine, ma provvederà solamente a sovrapporre gli scatto e a effettuare il deghosting.
Nel momento delle regolazioni sulla foto fusa cercate di mantenere l’aspetto dello scatto più realistico possibile, evitate di esagerare con l’apertura delle ombre, il fattore chiarezza e fate attenzione al contrasto della scena e alla comparsa di rumore.
Quando utilizzare l’HDR?
Consigliamo di utilizzare la modalità HDR nelle situazioni di forte contrasto tra luci e ombre in cui: o bruciamo il cielo rendendo completamente bianco o perdiamo il dettaglio delle ombre rendendole tutte nere, es. Panorama con cielo molto luminoso e terreno o soggetto in ombra o comunque meno illuminato, oppure nel caso in cui stessimo scattando dei ritratti, controluce, con soggetto fermo.
Quando non utilizzarlo?
Non è consigliabile mantenere sempre attiva questa opzione sugli smartphone e sulle fotocamere, vi sono situazioni in cui disattivarlo non farà altro che migliorare le foto che scatteremo, per esempio:
- scene con soggetti in movimento, un bambino che gioca o un amico che passeggia
- assenza di contrasto tra luci e ombre (indice di una gamma dinamica limitata, generalmente gestibile dal dispositivo fotografico)
- necessità di grandi contrasti, che l’HDR andrebbe a mitigare, necessità di colori vividi, foto ad un fiore o ad un soggetto molto colorato
Conclusioni:
Avere a disposizione tutti questi strumenti non significa doverli usare sempre: è importante capire quando è opportuno utilizzarli per rendere le vostro foto ancora più belle. Attivate la modalità High Dynamic Range solo quando la scena che volete fotografare la richiede.
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[…] per aumentare la gamma dinamica dei nostri apparecchi (ecco per voi una guida alla tecnica su ”HDR cos’è”). Quando ci si dedica alla fotografia di paesaggio si dovrebbe prestare molta attenzione alla […]