L’importanza della luce in fotografia
L’importanza della luce in fotografia.
Non esisterebbe la fotografia senza la luce, come ci specifica Wikipedia l’etimologia stessa della parola comprende la luce:
“Il termine “fotografia” deriva dal greco /φῶς/, /φωτός/, luce e -grafia/γραϕία/, scrittura ovvero “scrittura di/con la luce”.
Parliamo sia di luce al momento dello scatto che di luce al momento della stampa.
La luce nello scatto fotografico
All’origine della fotografia la luce passava dall’obiettivo, impressionava una pellicola, un negativo e lasciava la sua presenza in maniera indelebile.
Successivamente venivano svolti altri due passaggi: la pellicola veniva “sviluppata”, inserita in un ingranditore e, con altra luce, si riproduceva su carta fotosensibile.
Oggi la luce fa sempre il solito percorso ovvero passa dall’obiettivo e lì viene catturata da uno o più sensori che la trasformano in una serie di numeri, in un insieme di codici che vengono memorizzati su una scheda digitale.
Quindi la luce serviva in passato come serve oggi per fare la fotografia.
Le diverse tipologie di Luce nello scatto
- La luce diffusa, tipo una giornata nuvolosa, permette di ammorbidire le ombre ed ottenere immagini più “soffici”, più “poetiche”, è una fotografia dove una fonte luminosa non è diretta sull’oggetto della foto o quanto meno non viene investita direttamente dal fascio luminoso e quindi il suo riflesso non è mono direzionale, ma appunto più “diffuso”.
- La luce radente è quasi l’opposto per alcuni aspetti.
La Luce radente privilegia le ombre, la durezza. Si preferisce usarla in situazioni dove vogliamo esasperare i contrasti: può essere naturale, in pieno sole o artificiale con un unico faro, un flash in studio.
La luce radente quindi è una luce diretta, non riflessa, non mediata né ammorbidita che va a colpire direttamente l’oggetto della fotografia. Una luce che colpisce e quindi delimita bene un oggetto. - La luce continua, in studio, permette di vedere immediatamente il risultato prima dello scatto facilitando la composizione rispetto alla luce flash. Con i nuovi faretti a LED è sicuramente il metodo di illuminazione artificiale più comodo.
La Luce nella stampa e nella produzione
Il primo pensiero che ci viene in mente è che senza la luce non possiamo riprendere una scena, non la vediamo e quindi non possiamo immortalare. Questa è una frase vera solo nel buio assoluto, oggi anche con una luce quasi impercettibile abbiamo strumenti che riescono a trarne una immagine, magari monocromatica tutta rossa, tutta verde, ma è quasi possibile.
Ma, senza la luce possiamo stamparla?
La risposta è si, ma non avremo una fotografia, ma una stampa tipografica.
Quindi la luce è importante sia nella ripresa che nella stampa per ottenere la massima qualità possibile nella realizzazione di una fotografia.
Come nasce la fotografia digitale
Come possiamo trasformare questi numeri, catturati dal sensore in una nuova immagine su carta?
I metodi sono due:
Con una stampante ad inchiostro, i numeri indicano alla stampante la quantità di inchiostro necessaria per ciascun inchiostro per ottenere il colore e la luminosità desiderati. Lavorano così le stampanti domestiche, la tua stampante di casa.
Con una stampante chimica dove i numeri vengono convertiti in luce da un laser ricostruendo un negativo virtuale che impressiona la carta fotosensibile sviluppata poi con procedimento chimico.
Queste ultime sono le uniche che garantiscono la qualità e la durata centenaria di una fotografia.
La nuova frontiera della stampa digitale
I professionisti stampano con la luce, ultimamente però si è diffusa un’altra tecnologia: Il Drylab, che stampa senza chimico, con gli inchiostri, come la stampante che avete a casa.
Diventa molto importante chiedere, quando fate stampare le vostre fotografie, con che tecnologia vengono stampate perché, per avere la massima qualità, dovete pretendere la stampa con la luce.
(a Firenze c’è un solo minilab che stampa con la luce: FOTORAPIDA)
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